L’immaginazione è la prima fonte della felicità umana.
Giacomo Leopardi
Comfort food, cibo per l’anima, alimenti del buonumore: qualunque denominazione gli si voglia dare, il concetto è uno. Mangiare (bene) è davvero un modo (ormai scientificamente provato) per coccolarsi.
C’è chi sostiene che il cibo che coccola è un piatto – non importa quale – che ci commuove, ci coinvolge emotivamente, magari perché, così gradito al nostro palato, ha consolato tante volte i brutti pensieri.
Oppure perché ci ricorda l’infanzia e i momenti in cui qualcuno, preparandoci da mangiare, si è preso cura di noi.
Non è un caso che il cibo sia, se non il protagonista, almeno uno degli attori principali negli eventi lieti (basti pensare ai banchetti nuziali) e anche, in alcuni regioni italiane ad esempio, in quelli luttuosi, dove si porta sempre qualcosa da mangiare, in segno di consolazione, alla famiglia che ha subito una perdita.
Insomma mangiare sembra proprio far rima con amare.
Secondo autorevoli studi scientifici, alcuni cibi in particolare funzionerebbero da veri e propri antidepressivi.
Cioccolato, tè e frutti rossi, infatti, contengono sostanze simili agli ingredienti (acido valproico) impiegati nei laboratori farmaceutici per curare i disturbi dell’umore, l’ansia, la depressione.
Le stesse ricerche si spingono ad affermare anche che gli antidepressivi sono efficaci “solo a metà” e che bisognerebbe attingere dalle risorse della natura per trovare ingredienti efficaci ma privi di rischi.
Insomma dare una spinta al buon umore e un maggiore equilibrio ai suoi sbalzi, potenziare la memoria e l’attenzione, migliorando in generale le funzioni cognitive, si può, e in modo naturale.
Come? Anche concedendosi dei piccoli momenti di felicità, scegliendo i sapori che ci fanno battere il cuore.
Fonte: www.ansa.it